Vi mostriamo alcune fasi del rinvaso fatto in primavera di questo splendido esemplare di acero palmatum che coltivo dal 2012, 12 anni di belle soddisfazioni. Il rinvaso si è svolto durante una lezione che mensilmente facciamo presso la casa del Maestro Tanaka.
Si toglie la terra con delicatezza utilizzando i bastoncini, fase molto importante per ottenere un ottimo nebari togliendo tutta la terra, facendo in modo di poter allineare bene tutte le radici.
Si eliminano tutte le radici cresciute sul fondo del vaso poichè non servono ad una corretta crescita dei rami, in pratica radici troppo allungate portano a cacciate lunghe e nebari non ben formati.
Si posiziona e fissa il vaso tramite il filo di alluminio, alluminio non rame mi raccomando perchè il rame risulta tossico per le radici dei nostri amici bonsai. Che nebari!! Ad ogni rinvaso si gode nel guardarlo. Come si diceva questo esemplare fà parte della una collezione da 12 anni, ma il maestro partì da seme 30 anni fà!! Che mago!! State certi che in Italia, pardon, in tutta Europa non c’è coltivatore in grado di ottenere questi risultati ( ci sgriderà per aver fatto questa affermazione, ma è pura verità) Solo durante il viaggio in Giappone abbiamo potuto si è potuto ammirare esemplari simili, con nebari simili. Non c’è niente da fare, come coltivatori sono inimitabili, sono bonsaisti, artisti, maestri di un’altra categoria.
Ultimi ritocchi prima di mettere del muschio o sfagno. Non resta che bagnarla abbondantemente e…
…dare un ultimo ritocco, la potatura finale, dove occorre.Ola!
Il periodo estivo è ideale per la propagazione delle piante per talea. La riproduzione per talea è uno dei più diffusi metodi di propagazione delle piante insieme all’innesto e alla moltiplicazione con bulbi, rizomi e tuberi. Le piantine ottenute da talea e provenienti dalla stessa pianta madre vengono chiamati cloni. Hanno il vantaggio di possedere caratteristiche identiche alla pianta madre da cui provengono e pertanto eventualmente i stessi pregi come colorazione, forma, resistenza alle malattie che con la propagazione per seme il più delle volte vengono perse a seguito della impollinazione incrociata che normalmente caratterizza la riproduzione per seme. Questo sistema permette inoltre di ottenere velocemente piante e abbreviare quindi le fasi di crescita e di fioritura. Si possono propagare piantine di Pothos, Syngonium, papiro, ecc. semplicemente staccando una piccola porzione di ramo con un coltellino affilato. La lunghezza e le porzioni vegetative utilizzate sono diverse a seconda della specie. Si utilizzano talee di foglie per la Begonia rex, Kalanchoe, Sanseveria; germogli erbacei per la Dieffembachia, Impatiens, garofano e geranio. Segmenti di stelo con 1-2 gemme per il Pothos, Syngonium, Croton. Dopo il taglio è possibile interrare gli steli recisi in un vaso contenente torba e sabbia in rapporto di 1:1 oppure e possibile far radicare le talee in vasetti di vetro contenente acqua. In questo modo si possono osservare lo sviluppo del nuovo apparato radicale. Per il Pothos, Philodendron e similari la radicazione risulta più semplice di altre specie, anche per il vantaggio di possedere radici aeree in ogni caso per la maggior parte delle specie va dai 30 ai 40 giorni. Per il papiro invece per ottenere una pronta radicazione è opportuno immergere nell’acqua lo stelo capovolto con l’ombrella all’ingiù. In entrambi i casi una volta sviluppatesi le radici, dopo 3-4 settimane circa, con cautela, trasferirle in vasi con del buon terriccio oppure continuare la coltivazione in idrocoltura. Nel primo caso le piantine vanno ambientate gradualmente prima di trasferirle in ambiente diverso; se invece si opta per l’idrocoltura le piantine vanno tenute in ambiente con buon ricambio di aria per permettere l’ossigenazione dell’acqua che va tenuta sempre allo stesso livello. Consigliabile aggiungere all’acqua dei preparati commerciali a base di resina a scambio cationico facilmente reperibili nei negozi specializzati in articoli per piante. Sia che si usa l’idrocoltura sia la radicazione in terriccio le piantine non devono essere esposte al sole ma in ambiente a luce diffusa e temperature all’incirca di 18-20 gradi. Temperature troppo elevate favoriscono lo sviluppo della parte aerea a scapito della emissione delle radici. Se si utilizza il terriccio si possono trattare le talee all’atto dell’inserimento con degli ormoni radicanti oppure con del letame fresco diluito. Sulle talee, inoltre, va spesso nebulizzata acqua per evitare l’eccessiva disidratazione.
Il trapianto delle piantine nell’orto è una operazioni molto delicata è va effettuata con molta cura al fine di evitare letali crisi che si instaura nelle piantine. Generalmente le vie seguite sono due: Il trapianto di piantine con radice nuda, proveniente da semenzai, oppure l’utilizzo di piantine con pane di terra (generalmente torba) proveniente da ditte specializzate. Nel primo caso, come facilmente intuibile, lo stress da trapianto si verifica abbastanza facilmente e pertanto diventa indispensabile rendere molto soffice il terreno, affinché le radici aderiscano perfettamente alle particelle del terreno, ed effettuare una irrigazione preventiva molto abbondante che non rendi difficoltose, per, le operazioni di trapianto. Per evitare che l’apparato radicale delle plantule prelevate dal semenzaio per strappo, siano rovinate eccessivamente buona norma sarà quella di irrigare due-tre ore prima di tale operazione il semenzaio. La messa a dimora delle piantine dovrà essere effettuata preferibilmente nel tardo pomeriggio o in giornate nuvolose e l’irrigazione deve avvenire nel più breve tempo possibile e sarà ripetuta possibilmente al mattino del giorno successivo. Quando, invece, le piantine vengono acquistate in contenitori alveolati saranno da preferire quelli a sezione quadrata, rettangolare o similare rispetto a quelli con alveoli circolari o tronco-conici. Infatti, nel secondo caso, lo sviluppo avvolgente che l’apparato radicale assume all’interno dell’alveolo, condiziona negativamente la distribuzione successiva di questo nel terreno. La mancata completa esplorazione del terreno da parte dell’apparato radicale sarebbe, poi, causa di perdita di principi nutritivi e minore resistenza agli eventi siccitosi. Molta attenzione va anche posta nell’utilizzo di piantine in torba pressata; questo deve essere completamente interrato e possibilmente compresso lateralmente mantenendo alta l’umidità per evitare fenomeni di “scollamento”.