L’eccessivo sfruttamento del terreno determinato dalle nuove specie e varietà molto più produttive delle precedenti fa sorgere la necessità della reintegrazione della sostanza organica nell’orto, pena un continuo impoverimento organico dello stesso con conseguente calo produttivo sia quantitativo e qualitativo. Il compostaggio dei rifiuti organici sia provenienti dell’abitazione che da materiali di scarto o di pulizia degli ortaggi diventa, pertanto, condizione indispensabile per mantenere sano e biologicamente attivo il terreno. Sempre allo stesso scopo l’utilizzo di concimi organici tipo letame, cornunghia, sangue secco o di vari altri preparati messe a disposizione dalle ditte specializzate, serve senza dubbio ad ottenere prodotti qualitativamente ottimi. Se invece oltre che a sostanza organica si vuole integrare il terreno con sostanze azotate, una coltivazione di leguminosa interrata (sovescio) all’inizio della fioritura avrà effetti sulla coltivazioni future indubbiamente eccellenti. Il ricorso sistematico alla pacciamatura, poi, determina diversi vantaggi: miglioramento della struttura, risparmio idrico, controllo delle infestanti, precocità delle produzioni e non ultimo miglioramento della attività microbica del terreno. Per la pacciamatura di una orto di modeste dimensioni non necessariamente si devono impiegare materiali dispendiosi ma possono essere utilizzati materiali semplici come paglia, aghi di pino o foglie in genere, vinacce. Altra regola da adottare in ambito di progettazione allo scopo di contenere lo sviluppo di parassiti e, nello stesso tempo, permettere il razionale sfruttamento del terreno e il ricorso alla consociazione e alla rotazione. Nel primo caso il sistema è stato ampiamente collaudato in passato, anche se, fino ad alcuni anni addietro veniva ritenuto superato, basti pensare alle alberate fatte per sostenere la vite diffuse in tutta Italia. In un orto famigliare basta semplicemente utilizzare delle piante i mais come sostegno di piselli o fagiolini rampicanti o alternare nei filari piante leguminose con ortaggi da foglia. Con una corretta rotazione e avvicendamento tra specie sfruttatrici del terreno tipo le solanacee e le cucurbitacee e miglioratrice come leguminose si evita un eccessivo sfruttamento delle risorse nutritive del terreno e nello stesso tempo si evita il proliferare di malattie fungine e di parassiti animali che normalmente completano il ciclo su specie affini. Questi sistemi vanno visti nell’ottica di una loro interazione e non vanno presi singolarmente in quanto,da soli, non possono radicalmente modificare il corso produttivo dell’orto. Inoltre va ricordato che la creazione di un ambiente quanto più simile a quello naturale favorisce il proliferare di specie utili alla agricoltura come le Chysoperlee le più conosciute coccinelle septempunctate predatrici naturali degli afidi autentici flagelli degli orti e dei frutteti.
Piante d’appartamento – Un poco di acqua e una manciata di argilla espansa nel sottovaso in modo da non otturare il foro di scolo evitano che le piante in casa soffrano per l’eccessiva secchezza dell’aria che si verrà a determinare dopo l’accensione degli impianti di riscaldamento. Evitare le nebulizzazioni allo stretto necessario ma intervenire con docce di acqua tiepida tutte le volte che sopra l’apparato fogliare delle piante tenute all’interno degli appartamenti si deposita una quantità eccessiva di polvere.
Parassiti – Prima di porre a riparo all’interno delle abitazioni o delle cantine le piante che hanno vegetato in balcone durante il periodo estivo va constatato lo stato sanitario delle stesse e se si ritiene necessario occorre intervenire con dei trattamenti o con la rimozione manuale in caso di piante a foglia larga come il Ficus elasta, la Clivia e la Dieffenbachia.
Balconi – Eventuali piante rimaste in balcone vanno private del sottovaso al fine di favorire lo sgrondo d’acqua nel caso di piogge prolungate ma sarà meglio addossare i vasi alle pareti esterne della casa in modo da evitare eccessivi dilavamenti e per aumentare la resistenza al freddo.
Ruggini – L’elevato tasso di umidità presente in questo periodo può provocare lo sviluppo di ruggini in particolare sui garofanini dei poeti e sui gerani. Intervenire con trattamenti di mancozeneb-80 o bitertanolo-25.
Pieris – In ottobre può essere utile per queste specie una leggera toilettatura che consiste nell’asportare i rami danneggiati o in soprannumero. Successivamente si può pacciamare il sottochioma con un buono strato di terriccio di bosco. La pacciamatura può inoltre essere utilizzata con tutte le altre specie presenti nel giardino non solo a scopo estetico ma anche protettivo del freddo invernale.
Attrezzi– Prima di riporre definitivamente la falciatrice per il periodo invernale occorre ripulirla delle parti terrose e di ogni traccia di erba. Successivamente spruzzare sulle parti metalliche olio o nafta per evitare la formazione di ruggine.
Alberi– Nessun intervento di potatura va effettuato eccetto nei casi di evidente intralcio. Le foglie ormai decisamente in fase di distacco possono essere utilizzate per la produzione di compost o di terricci a base di foglia.
Orto – Provvedere all’arieggiamento delle serre praticando delle aperture nella parte superiore in modo da poterle richiudere al tramonto. Verificare che la temperatura interna non si alzi eccessivamente durante le giornate assolate.
La clivia è una specie sempreverde appartenente alla famiglia delle Amaryllidaceae con foglie larghe, nastriformi, disposte a ventaglio e inguainate alla base ove si congiungono con un breve rizoma provvisto di radici grosse e carnose. In primavera si sviluppa il fiore caratterizzato da uno stelo eretto che reca un ombrella globosa con 20-30 fiori che permangono per circa 15-20 giorni. E’ una specie molto rustica e adatta ad essere “forzata” in serra per anticiparne la fioritura. Propagazione – Occorre una certa dimestichezza nella propagazione per seme in quanto viene in genere praticata l’impollinazione manuale mentre può risultare più semplice la separazione dalla pianta madre dei gettiti laterali. In questo caso le piantine ottenute sono uguali alla pianta madre (cloni) e sono consigliati quando le piante di provenienza sono di indiscusso pregio varietale. Esigenze climatiche – Si tratta indiscutibilmente di una pianta adatta a luoghi ombreggiati, umidi e con temperature ottimali comprese tra 15 e 20°C. e per questo spesso mantenuto, spesso, nei vani scala e pianerottoli d’appartamento ove si adatta molto bene alle condizioni non proprio “casalinghe” Terriccio – Si richiede un substrato di medio impasto facilmente drenabile e non eccessivamente concimato. Un miscuglio adatto è quello formato da terriccio di foglie e terra di prato in parti uguali oppure terriccio di bosco di buona qualità con ph tra 6 e 6,5. Difesa antiparassitaria – Oltre ad essere una specie molto rustica, la clivia, per la particolarità delle foglie, da pochi problemi dal punto di vista sanitario. Infatti in caso di attacco di afidi o cocciniglie ma anche per semplice tolettatura del fogliame risulta molto semplice intervenire sulle lunghe foglie carnose e quindi rimuovere eventuali parassiti.
In ogni caso va sempre posta molto attenzione a questi interventi al fine di non creare lacerazioni delle foglie. Curiosità – Le clivie vengono utilizzate come piante da vaso fiorito ma possono essere anche utilizzate come specie da fiore reciso. Un grosso freno a questo è dato però dal ciclo molto lungo della pianta che impiega circa 4-5 anni dalla semina alla fioritura.
Generalità: pianta erbacea originaria del Brasile; presenta fusti succulenti, divisi in settori, come i bambù, di colore verde chiaro, che tendono a lignificare nel corso degli anni; le foglie sono allungate, lunghe fino a 15-20 cm, lanceolate, con margine frastagliato, carnose, di colore verde chiaro, spesso presentano punteggiature chiare, di colore bianco argentato. Da marzo fino alla fine dell’autunno produce vistosi grappoli di fiorellini rosati o rossi, penduli. Si tratta di un arbusto abbastanza vigoroso, che in appartamento può raggiungere con facilità i 60-90 cm di altezza; per favorire lo sviluppo di nuove ramificazioni e la fioritura si consiglia di accorciare i rami che tendono ad allungarsi eccessivamente. Durante la stagione calda il fogliame tende a colorarsi di rosso sulla pagina inferiore. Esistono numerosissimi ibridi, anche con fiori bianchi.
Esposizione: si coltiva in luogo luminoso, ma lontano dai raggi diretti del sole; la temperatura minima non deve mai abbassarsi al di sotto dei 10°C, quindi durante l’inverno si coltivano in appartamento.
Annaffiature: cerchiamo di mantenere il terreno costantemente umido, ricordando di annaffiare spesso durante la stagione calda, solo sporadicamente in inverno. Da marzo ad ottobre ricordiamo di fornire del concime per piante da fiore, sciolto nell’acqua delle annaffiature, ogni 15-20 giorni.
Terreno: queste begonie prediligono terreni ricchi e sciolti, molto ben drenati. Vista la vigoria della pianta si consiglia di rinvasarla ogni anno, in modo da fornire terriccio fresco, e possibilmente un contenitore leggermente più grande del precedente.
Moltiplicazione: avviene per talea, di foglia, di fusto e di radice. Queste begonie radicano con grande facilità, e da una sola foglia si ottiene una nuova pianta nell’arco di poche settimane.
Parassiti e malattie: queste piante sono abbastanza vigorose e difficilmente vengono attaccate da parassiti o da malattie.