Il processo mediante il quale le piante verdi fabbricano il materiale che adoperano per il loro accrescimento si chiama fotosintesi, ossia sintesi di sostanze nutritive per merito d’energia luminosa. La luce e` quindi l’elemento indispensabile di vita per le piante: entro certi limiti, maggiore è la quantità di luce che la pianta riceve e tanto più è il suo sviluppo. Le ore di luce solare variano, durante la giornata, con le stagioni; in Italia si va da un minimo di 8 ore circa durante l’inverno ad un massimo di 16 ore circa d’estate. Queste variazioni stagionali sono minime all’equatore, dove il giorno si aggira quasi, costantemente per tutto l’anno sulle 12 ore di luce, mentre diventano massime ai Poli dove si arriva a 24 ore di luce destate e altrettante d’inverno di buio. L’intensità delle radiazioni luminosa è massima all’equatore e minimo verso i poli; andando, quindi, verso il Nord diminuisce l’intensità luminosa che però viene compensata da una maggiore copia di radiazioni riflesse; ciò consente a molte piante coltivate di portare a maturazione i loro frutti anche nelle regioni prossimi ai circoli polari. Raramente le piante soffrono per eccesso di luce: tuttavia è più adatta allo sviluppo delle piante a luce diffusa anziché quella diretta, specialmente quando questa è troppo intensa: alcune piante ortensi e molte altre ornamentali, esigono un ambiente ombreggiato, non solo, ma per ottenere particolari prodotti orticoli si ricorre all’ombreggiamento, come per l’imbianchimento dei cardi (gobbi), del sedano, dell’asparago ecc. L’ombra, però, nuoce alla maggior parte delle piante coltivate in pieno campo: il grano che cresce all’ombra degli alberi e lungo i viali va più facilmente ad allettare. Quando ad un’intensità luminosa si unisce anche un’elevata temperatura, come accade nel Mezzogiorno, noi possiamo osservare che le piante producono frutti più saporiti e in maggior quantità semi pi grossi e numerosi, mentre le altre parti della pianta tendono a ridurre il rigoglio vegetativo e a diventare meno longeve